Utilizziamo i cookie per fornire ai visitatori la migliore esperienza possibile sul nostro sito web. Questi includono cookie di analisi, funzionalità e targeting. Fare clic sul pulsante per accettare l'uso dei cookie o fare clic su "Impostazioni cookie" per gestire le proprie preferenze.
Maggiori informazioni

Configurazione dei Cookies

Quando visiti un sito web, questo può memorizzare o recuperare informazioni sul tuo browser, principalmente sotto forma di cookie. Queste informazioni potrebbero riguardare te, le tue preferenze o il tuo dispositivo e vengono utilizzate principalmente per far funzionare il sito come ti aspetti. Le informazioni di solito non ti identificano direttamente, ma possono offrirti un'esperienza web più personalizzata. Poiché rispettiamo il tuo diritto alla privacy, puoi scegliere di non consentire alcuni tipi di cookie. Fare clic sui diversi titoli delle categorie per saperne di più e modificare le nostre impostazioni predefinite. Tuttavia, il blocco di alcuni tipi di cookie potrebbe influire sulla tua esperienza del sito e sui servizi che siamo in grado di offrire.

Cookie strettamente necessari

Sempre attivi

Questi cookie sono necessari per il funzionamento del sito Web e non possono essere disattivati nei nostri sistemi. Di solito vengono impostati solo in risposta ad azioni da te compiute che equivalgono a una richiesta di servizi, come l'impostazione delle tue preferenze sulla privacy, l'accesso o la compilazione di moduli. Puoi impostare il tuo browser in modo da bloccare o avvisarti di questi cookie, ma alcune parti del sito non funzioneranno. Questi cookie non memorizzano alcuna informazione di identificazione personale.

Google Analytics

Questi cookie ci consentono di contare le visite e le sorgenti di traffico in modo da poter misurare e migliorare le prestazioni del nostro sito. Ci aiutano a sapere quali sono le pagine più e meno popolari e a vedere come i visitatori si muovono nel sito. Tutte le informazioni raccolte da questi cookie sono aggregate e quindi anonime. Se non consenti questi cookie non sapremo quando avrai visitato il nostro sito e non saremo in grado di monitorarne le prestazioni.

Sandro Bongiani Arte Contemporanea
  • HOME
  • ARTISTI
  • Sandrobongiani VRspace
  • Ray Johnson/Archivio Coco Gordon
  • Materiali Attivi
  • GALLERIE
  • ABOUT
  • CONTATTI
  • "
  • "
  • "
  • "
  • "
  • "
  • La presentazione
  • Biografia
  • Comunicato stampa
  • Le mostre svolte
Giorni
Ore
Minuti
Secondi
In occasione di AMACI 18a Giornata del Contemporaneo 2022 viene presentata a Salerno la mostra di “Ray Johnson & Coco Gordon, Collaborative collaborations” con 76 opere originali ancora inedite facenti parte dell’Archivio Coco Gordon di Colorado (USA).
Entra

Sala

Mostra Retrospettiva “Viaggi e costellazioni alla ricerca dell’infinito” Opere 1956-2020

Mostra Retrospettiva “Viaggi e costellazioni alla ricerca dell’infinito” Opere 1956-2020

Giulia Napoleone

20 marzo 2021 - 30 giugno 2021

CONTEMPORANEA / Ricerche e materiali marginali attivi

CONTEMPORANEA / Ricerche e materiali marginali attivi

Collettiva

23 agosto 2021 - 25 settembre 2021

"In forma di luce tra Ludoscopi e opere pittoriche". Opere 1965-2017

"In forma di luce tra Ludoscopi e opere pittoriche". Opere 1965-2017

Paolo Scirpa

9 ottobre 2021 - 28 novembre 2021

Mostra Retrospettiva  “L’uomo contemporaneo tra degrado e riscatto” Opere 1976 - 2021

Mostra Retrospettiva “L’uomo contemporaneo tra degrado e riscatto” Opere 1976 - 2021

Andrea Bonanno

11 dicembre 2021 - 13 febbraio 2022

Mostra Antologica di RCBz, l’arte tra ironia, satira e immaginazione

Mostra Antologica di RCBz, l’arte tra ironia, satira e immaginazione

RCBz

19 febbraio 2022 - 16 aprile 2022

Ray Johnson, Relazioni marginali sostenibili / One

Ray Johnson, Relazioni marginali sostenibili / One

Ray Johnson

30 aprile 2022 - 30 giugno 2022

Relazioni Marginali Sostenibili / TWO

Relazioni Marginali Sostenibili / TWO

Ray Johnson

23 luglio 2022 - 18 settembre 2022

Ray Johnson & Coco Gordon  in “Collaborative collaborations”

Ray Johnson & Coco Gordon in “Collaborative collaborations”

Ray Johnson

2 ottobre 2022 - 26 novembre 2022

MEMORIAL SHOZO SHIMAMOTO   DECENNIAL 2013 - 2023

MEMORIAL SHOZO SHIMAMOTO DECENNIAL 2013 - 2023

Shozo Shimamoto

25 febbraio 2023 - 30 aprile 2023

 

Ray Johnson & Coco Gordon  

in “Collaborative collaborations”

 

Presentazione a cura di Sandro Bongiani  con la collaborazione di Coco Gordon

In occasione di AMACI 18a Giornata del Contemporaneo e in contemporanea con la 59.  Biennale Internazionale di Venezia 2022 viene presentata  a Salerno la mostra “Ray Johnson & Coco Gordon, Collaborative collaborations” con 76 opere originali ancora inedite di Ray Johnson e  Coco Gordon  facenti parte della Collezione Ray Johnson dell’Archivio Coco Gordon di Colorado (USA).

Con questa ultima mostra sono 5 importanti eventi e un progetto internazionale realizzati quest’anno tra aprile e novembre del 2022 dalla Collezione Bongiani Art Museum dedicati all’artista Ray Johnson. La mostra a cura di Sandro Bongiani con la proficua collaborazione dell’artista americana Coco Gordon intende sottolineare la consapevolezza e la capacità di adattamento dei due artisti a una collaborazione sostenibile e necessaria per dialogare assieme e riformulare il corso del sistema dell’arte contemporanea. Una collaborazione dei due artisti americani durata oltre un ventennio di contatti e assidua frequenza, dagli anni 70 fino al 1995, anno della dipartita di Ray Johnson, collaborando attivamente assieme in interessanti scambi creativi che secondo noi era doveroso far conoscere.

Proprio il 13 gennaio Ray Johnson decise di suicidarsi gettandosi da un ponte a Sag Harbor, New York, per poi annegare. Coco Gordon, amica  fidata di Ray, come lo sono stati Henry Martin, Bill Wilson, Bob Warner, Mark Bloch, ha più volte descritto l’esperienza duratura avuta con Ray, scaturita dai contatti diretti, colloqui,  interviste e da momenti di  vita comune assieme all’artista americano, tra il 14 e il 17 febbraio 1995 decise di descrivere ad un amico chi era veramente Ray, scrivendo: “Caro amico di Ray, sento il bisogno di descrivere chi è/era Ray, come lo conosciamo/lo conoscevamo noi suoi amici intimi. Così ho scritto in queste pagine cose che raramente vedo pubblicate nei tabloid o negli articoli di riviste su Ray Johnson. Nelle ore successive alla morte di Ray, ho avuto molte esperienze illuminanti tra Ray e i suoi amici che lo amavano/lo amavano raccontatemi al telefono. Dal momento che sento che tutti i diversi aspetti di Ray come li conosciamo/conoscevamo hanno lo stesso peso nel dare un suo ritratto come artista, ho deciso di scrivere gentilmente il suo vero ritratto, come lo sentivo e cosa ho veramente vissuto a contatto con Ray, raccontando incidenti e ricordi in modo semplice e diretto come se me lo stesse dicendo. Avrei voluto metterli in una sorta di ordine "passeggiata in prigione"  o "vasca da bagno" oppure, in qualche altro ordine che tu hai sperimentato, Judy Hoffberg,  aveva espresso l’interesse a pubblicarlo nel suo Umbrella Magazine, ma purtroppo  è morta…”. A distanza di 60 anni dalla nascita della Mail Art (1962) e a 50 anni esatti  (1972) dalla prima  e unica mostra in Italia di Ray Johnson presso la Galleria Schwarz a Milano di Arturo Schwarz, con una presentazione di Henry Martin, ritorna in Italia ancora un altro importante evento con 78 documenti inediti tra opere, foto dell’artista, performances,  testi scritti e corrispondenza postale inedita raccolti da Coco Gordon  nel corso di oltre un ventennio di collaborazioni, ora archiviati e  visibili in permanenza nell’Archivio Coco Gordon di Colorado (USA).

Una frequentazione  continua di contatti tra i due artisti sostenuta con incontri giornalieri, telefonate, appuntamenti, invii postali, foto, passeggiate, uscite di gruppo, cene, partecipazione a meeting e relative annotazioni telefoniche da parte di Coco Gordon. Ciò ha permesso a Coco di  conservare e annotare per diverso tempo gran parte del materiale ricevuto  da Ray, con  una interessante documentazione da far conoscere  se  si vuol capire  un po’ meglio il pensiero  e il lavoro di Ray  che stava svolgendo nei diversi anni di lavoro attraverso l’esperienza  innovativa della New York Correspondence Art School.

 

Esemplare e per certi versi illuminanti sono le numerose annotazioni  nel tempo che fa l’artista Coco Gordon presentati ora a margine di questo evento con una sorta di analisi ben più lucida e rigorosa del lavoro svolto da Ray, scrivendo:  “non avevo ancora realizzato una raccolta di idee raccogliendo le risposte che ho ricevuto dagli amici del Pre Pop Shop di Ray fino a poco tempo fa, che ora ho fatto per essere condiviso in questo importante evento di Ray Johnson in Italia presso la Galleria Sandro Bongiani Vrspace raccogliendo le caratteristiche e le sfumature personali di Ray Johnson per un ritratto il più possibile fedele, fatto di parole, appunti telefonate, oggetti e pensieri ora finalmente dichiarati.

-La visione di Ray l'ha chiamata "Pre Pop Shop", le conferenze erano allestimenti, aperture di buste, letture, missive sul posto, ribaltamenti di sedie, i ritratti tradizionali erano ritagli, sagome, contorni dei suoi stessi metodi, l'ombra di una piccola lampadina o la tua mano sul pavimento, tra le scoperte di Ray ci sono la stoffa  magica e la vegetazione pericolosa…

 -Ray ha posato la super-cross-connection-bahn a partire dagli anni '40 nello spirito di Einstein, dove l'azione e la reazione sono trapelate per lui, così ha mantenuto aperto il faro e il flusso per le generazioni future…

 -I club delle scuole di Ray, le riunioni delle università, sono stati illuminati dai suoi contatti personali che ha incontrato e dai nuovi amici, ha inviato messaggi in bottiglia a cui è stata data una risposta personalmente a livello locale, ha stimolato le sue osservazioni e ricercato gli attributi naturali degli esseri viventi micro e macro, informando tutti i suoi nuovi discepoli,  ogni incontro senza scrupoli è stato offerto loro…

 -I "Nothings" di Ray erano una supplica zen per ascoltarlo. Gli appuntamenti di Ray con le persone sono diventati Nothings, coil, zen, strike, una passeggiata o un picnic, una festa o un meeting virginia Reel...

 -Le "passeggiate carcerarie" di Ray si svolgevano religiosamente in luoghi abituali, a volte condivisi a volte segnalati sempre ricordati. il tocco di Ray sulla cultura popolare, TV, zines, fumetti, bar, ristoranti, club, riunioni era inesauribile, Betty Boop, Bunnyheads Buttons -- incontrava la sua non formattazione dei formati di scuole, università e giochi d'arte intuiti e virginia reels, compulsioni, anatomie sporgenti...

 -Ray era gentile, divertente, innocente, veggente, querulo, mai gratuito, piacevano le feste, i picnic e le letture di poesie, amava e faceva visita ai suoi amici  e i suoi AKA sono incondizionatamente amati per sempre, entrambi amavamo i numeri, le virgole e... i punti, i punti, i punti, i punti, il ripetersi infinito degli eventi della natura, ricominciano, ricominciano, le "passeggiate a remi", le "passeggiate in prigione" di Ray e le bottiglie con appunti all'interno gettate nel porto, venivano svolte religiosamente in luoghi abituali, a volte condivisi e a volte segnalati, spiagge, cigni morti…

 -Ray ha creato nuovi linguaggi per le vecchie forme, le nuove forme  e per le vecchie lingue, ha usato la sua macchina come palcoscenico,  ha mangiato cibo,  ha cucinato la "ricetta" di John Cage con fagioli borlotti e alghe,  ha animato il mondo fabbricato, ha infilato tutte le nostre lune crescenti nelle sue buste per scuoterle e inviare, ha risposto al "semplificare, semplificare" di Thoreau con "Failure, Failure, Failure", i "gesti di scarto dell'usa e getta" di Ray (Thoreauaway) sono stati fondamentali in tutte le sue esibizioni e le corrispondenze….

 -Ray viveva localmente, era un bio-regionalista naturale, coltivava nella sua regione spiagge, vita, mare, insetti, alberi, vegetazione, campi, rocce, terra, flora, detriti, tavole, chiodi, vasche da bagno, lumache, baccelli, discariche, poeti, artisti locali, tipografi, operai, riparatori, catalpa, fagioli, spine, serpenti, cigni, ratti, granchi, stronzi…

 -Ray conosceva tutti i libri della biblioteca, le biblioteche erano sue complici,  controllava ritualmente l'effetto dei movimenti delle maree, ha infilato tutte le nostre lune crescenti nelle sue buste per scuoterle e inviare, ha dato esempi di emancipazione e democratizzazione, l'ascolto, l'attivazione della recitazione, la detonazione dell'azione giusta, chi più chi fa cosa e tutte le permutazioni…

 -Ray ha usato solo macchine fotografiche usa e getta di carta, negli ultimi anni ha fotografato allestimenti con oggetti, disegni, teloni del sole, della luna, ha trovato distese srotolate nei cassonetti delle città, su spiagge,  in luoghi specifici e rivisitati,

 -Ray ha modificato le grandi storie tradizionali di Audubon, arte popolare, Turner, Darwin, Thoreau, Buddha: le grandi tradizioni della natura, del mare, della pittura di ritratti e paesaggi, dell'indagine biologica, delle poesie dei cambiamenti degli ordini mondiali, della conversazione socio-spirituale…

 -Ray ha stimolato le sue osservazioni e ricercato gli attributi naturali degli esseri viventi micro e macro, informando tutti i suoi nuovi discepoli, le misurazioni di Ray delle operazioni del mondo naturale si intersecavano con le loro formulazioni in corso, era inventore, cartografo, calamita e talvolta un parassita, come Rose Selavy ha coltivato il suo io erotico, trasmettendo i semi di tutte le zucche nella nostra percezione, per favore aggiungi e invia.

-Ray ha riflettuto, quanto tempo ci vuole per tirare fuori l'intero gomitolo di spago, anni dopo vedo Duchamp contare miglia di fili con cui ha riempito interi spazi aerei…

 -Con i cubetti di ghiaccio, il suo “SEND” riorganizzato come “ENDS” scritto con strisce bagnate scure sulla lavagna, "quando si scioglie... nessuno lo saprà mai" era il suo ritornello seducente di tutti i tempi, forse il primo necrologio di Ray Johnson che non può essere cambiato, e intanto…,  Ray Johnson saltò sui sassi e scivolò (sì, era umano)...

(Ho compilato - scrive Coco - un ritratto più intimo di Ray prodotto da amici, da tutti voi che avete toccato e toccato da Ray esperienze/storie/finestre/ brillanti/ impressioni oltre a quelle popolari apparse sui media).

Quella di Ray  rimane una proposta decisamente considerata ai margini del sistema dell’arte ufficiale e diffusa ad ampio raggio, grazie alla capillarità del mezzo postale, in diversi paesi del mondo. E’ stato considerato dalla critica negli anni 60’ per essere “il più famoso artista sconosciuto di New York” e un pioniere della performance nell'uso della lingua scritta nell'arte visuale. Una ricerca che accoglie persino frammenti di oggetti di vita. Ray è stato “un assiduo raccoglitore di cose trovate e recuperate” per essere rimesse nel circuito della comunicazione e nell’arte  restituendo a loro una nuova vita.  Le associazioni delle cose e i processi in cui accadono realmente erano alla base della comunicazione visiva, una sorta d’indagine intesa come un “work in progress” assolutamente del tutto provvisorio, che non  può avere mai una definitiva conclusione.

Una pratica per certi versi trasversale e nel contempo deviante e poco credibile agli occhi del sistema dell’arte ufficiale, basata essenzialmente sulla contaminazione tra i diversi strumentii espressivi:  collage, fotografia, oggetti recuperati, disegno, performance, happening e testi scritti, utilizzando frequentemente  il gioco oscuro delle parole, come per esempio, “SEND” riorganizzato come “ENDS”, oppure, “NO THINGS” diventato “NOTHINGS”, con una sorta di   operazione, in cui “i giochi di parole non sono solo un fatto ludico”, fine a se stesso, ma un’altra diversa possibilità di liberarsi dalle costrizioni e dagli impedimenti e  affidarsi all’invenzione e alla  creatività della parola, avvalorata anche  dalle collaborazioni attraverso dall’invio postale.

Nella parola “Nothing” come nel collage di Jeff - scrive Coco Gordon - non c’è la lettera “I”, in cui sotto le dita del piede c’è scritto “Martin Friedman”,  a volte non scrive per tre volte la lettera “I”, oppure aggiunge “No I”  come quello spedito a  Chuck Welch. Nella mia personale esperienza con Ray  il "NO I “' l’aveva scritto in occasione della mia mostra alla CHA SOHO Gallery nel 1982 sull’invito all'opera trap per pianoforte, scrivendo su un piccolo foglietto di carta la parola “noihtng”, opponendola come regalo di compleanno per John Cage con 70 rossi pistacchi sanguinanti in carta sulla parete della Galleria. Forse provava a comunicare  nascostamente  la sua scomparsa con un “i” scrivendo “Noihtng” anche dietro la mia t shirt dicendo di  non perderla perché era molto importante… In questo modo nascosto  annunciava  già sommessamente agli amici la sua prematura scomparsa che poi realmente ha  realizzato  nel 1995 gettandosi in mare da un ponte a Sag Harbor, New York, e che la critica ha valutato come  ultima opera testimoniale e finale di questo importante artista americano.

Diceva Ray: “ho semplicemente dovuto accettare che per una necessità di vita ho scritto molte lettere e dato via molto materiale e informazioni, ed è stata una mia compulsione. E mentre l'ho fatto, è diventato storia. È il mio curriculum, è la mia biografia, è la mia storia, è la mia vita”. I suoi progetti includono prestazioni concettualmente elaborate che si occupavano di relazioni interpersonali e disordini formali, diceva: "sono interessato a cose e cose che si disintegrano o si disgregano, cose che crescono o hanno aggiunte, cose che nascono da cose e processi del modo in cui le cose mi accadono realmente. Secondo  Coco Gordon, “i suoi lavori non sono mai singole  operazione assestanti di mail art, ma nascono da piccole storie, da incontri  con le altre persone, da relazioni e  riflessioni  spontanee capaci di innescare  nuovi apporti e nuove azioni al pensiero creativo” dando così completa autonomia alla comunicazione e rendendo questo nuovo modo di espressione  totalmente libero, al di fuori  di qualsiasi schema imposto e prefissato dal potere culturale e di conseguenza  dal  mercato ufficiale dell’arte.

Spesso viene  associato al gruppo  Fluxus per il carattere  solitamente  minimal-concettuale dei suoi progetti; il gruppo Fluxus è stato un vivace movimento internazionale che  in quel periodo si distinse per una serie di azioni e interventi  a carattere neodadaista. Dobbiamo  segnalare che  Ray Johnson non ha mai fatto parte del  “Fluxus”,  ma ha comunque condiviso le  stesse problematiche e ”l’underground”  prettamente sperimentale con molti artisti di questo raggruppamento. Precursore  e convinto individualista. presenza enigmatica e nel contempo trasgressiva dell’arte contemporanea americana, nel 48, si era trasferito  a New York iniziando una produzione di opere geometriche  aderendo così  al  “Gruppo degli Artisti Astratti Americani”, per poi a metà degli anni '50 dedicarsi al collage, producendo centinaia di piccoli lavori che chiamò  "moticos", quasi una sorta di “Pop Art”  anticipatrice delle ricerche che a distanza di  qualche anno verranno messe in campo  con successo da Leo Castelli con il gruppo  storico americano. Non sappiamo  se era cosciente fino in fondo della portata innovativa e rivoluzionaria  che stava  apportando   all’interno dell’arte  . Oggi, a distanza di diversi anni ci appare uno dei personaggi più  originali e influenti,  e nel contempo, un  grande pioniere solitario dell’arte visuale, influenzando il futuro dell'arte e  divenendo altresì il punto di riferimento per  nuove generazioni di giovani artisti.  

Johnson ha sempre preferito lavorare su piccoli formati, precludendosi  così l’appoggio del grande mercato dell’arte ufficiale,  rifiutando  spesso di esporre o vendere il  proprio lavoro. Del resto,  il mercato dell’arte preferisce le grandi dimensioni e una produzione creata  appositamente per essere “mercificata” in senso commerciale, e quindi, poco interessato a tale situazione. Si direbbe,  una ricerca del tutto “trasversale” rispetto alle proposte svolte in quel periodo da altri autori, che accoglie diversi mezzi espressivi con interventi che di fatto hanno creato attrito come del resto ha fatto, quasi nello stesso periodo, anche Guglielmo Achille Cavellini in Italia utilizzando la scrittura, il comportamento,  la concettualità e persino l'ironia ben sapendo che  questa era l’unica strada possibile da percorrere. Ray, non amava tanto essere chiamato un mail artista, e neanche essere considerato il pioniere della  Mail Art, ma pensava di poter creare un nuovo gruppo  di lavoro “Pre Pop Shop”  tra Black Mountain e Pop Art. Secondo lui l’arte è vita, del resto, anche la parola “Moticos” utilizzata molto spesso deriva dalla parola osmotic, una specifica qualità caratterizzata da una reciproca influenza, uno scambio fra individui, una compenetrazione di idee, atteggiamenti e realtà culturali, insomma, un nuovo modo di pensare in un processo decisamente fluido e in evoluzione che si rivela in modo puntuale esaminando gli scritti e le azioni performative “Zen Nothings” svolte dall’artista americano. Oggi a distanza di 27 anni dalla morte il suo lavoro sperimentale dagli anni 60’ in poi  è considerato dalla critica parte integrante del movimento Fluxus e persino originale anticipatore della Pop Art americana.

 

Ray Johnson (1927-1995)

Nato il 16 ottobre 1927 a Detroit, nel Michigan, i suoi primi anni di vita comprendevano lezioni sporadiche al Detroit Art Institute e un'estate alla Ox-Bow School di Saugatuck, nel Michigan. Nel 1945, Johnson lasciò Detroit per frequentare il progressivo Black Mountain College in North Carolina. Durante i suoi tre anni nel programma, ha studiato con un certo numero di artisti, tra cui Josef Albers, Jacob Lawrence, John Cage e Willem de Kooning. Trasferitosi a New York nel 1949, Johnson stringe amicizia tra Robert Rauschenberg e Jasper Johns, sviluppando una forma idiosincratica di Pop Art. Nei decenni successivi, Johnson divenne sempre più impegnato in performance e filosofia Zen, fondendo assieme  la pratica artistica con la vita. Il 13 gennaio 1995 Johnson si suicidò, gettandosi da un ponte a Sag Harbor, New York, poi nuotando in mare e annegando. Nel 2002, un documentario sulla vita dell'artista chiamato How to Draw a Bunny,  ci fa capire il suo lavoro di ricerca. Oggi, le sue opere si trovano nelle collezioni della National Gallery of Art di Washington, D.C., del Museum of Modern Art di New York, del Walker Art Center di Minneapolis e del Los Angeles County Museum of Art

 

Anche per quest’altra importante collaborazione si ringrazia l’Archivio Coco Gordon del Colorado (USA),  per aver permesso la realizzazione di questo importante evento europeo su Ray Johnson e si comunica che è in svolgimento la catalogazione completa di circa 500 opere presenti nella Collezione Gordon di Colorado (USA) che presto verranno ufficialmente rese visibili anche online in modo stabile a scopo  divulgativo e di  consultazione presso  la startup web “Sandro Bongiani Arte Contemporanea” di Salerno, https://www.sandrobongianivrspace.it/  per opportuni studi e approfondimenti  sul lavoro innovativo svolto da questo importante artista pre-pop  americano.

Salerno, 24 settembre 2022

 

 

BIOGRAFIA  DI  RAY  JOHNSON 

Ray Johnson, è stato un personaggio chiave nel movimento della Pop Art. Primariamente un collagista, è stato anche un precoce performer e un artista concettuale. Definito Il più famoso artista sconosciuto di New York, è considerato uno dei padri fondatori della Mail Art e un pioniere dell'uso della lingua scritta nell'arte visuale. In scena negli anni ' 60, il suo lavoro e il modo in cui che ha deciso di distribuirlo (tramite il servizio postale) ha influenzato il futuro dell'arte.

Nato il 16 ottobre 1927 a Detroit, nel Michigan, Johnson ha frequentato il Black Mountain College sperimentale con Robert Rauschenberg e Cy Twombly. Ray Johnson era un artista americano noto per la sua pratica innovativa di Correspondence Art. Una pratica basata su collage, il suo lavoro combina fotografia, disegno, performance e testo su distanze geografiche, attraverso la spedizione della posta. I progetti di Johnson includevano prestazioni concettualmente elaborate che si occupavano di relazioni interpersonali e disordini psichici. "sono interessato a cose e cose che si disintegrano o si disgregano, cose che crescono o hanno aggiunte, cose che nascono da cose e processi del modo in cui le cose mi accadono realmente", ha detto l'artista. I suoi primi anni di vita comprendevano lezioni sporadiche al Detroit Art Institute e un'estate alla Ox-Bow School di Saugatuck, nel Michigan. Nel 1945, Johnson lasciò Detroit per frequentare il progressivo Black Mountain College in North Carolina. Durante i suoi tre anni nel programma, ha studiato con un certo numero di artisti, tra cui Josef Albers, Jacob Lawrence, John Cage e Willem de Kooning. nel 1948, trascorse un po’ di tempo creando arte astratta e poi approdando al Dada con suoi collage che incorporano frammenti di fumetti, pubblicità e figure di celebrità. Johnson spesso rifiutava  di partecipare a  mostre in  galleria e ha  preferito creare  una rete di corrispondenti di mailing e un nuovo modo di fare arte. Questo metodo di diffusione dell’arte divenne noto come la corrispondenza School di New York e ampliato per includere eventi improvvisati e cene. Trasferitosi a New York nel 1949, Johnson stringe amicizia tra Robert Rauschenberg e Jasper Johns, sviluppando una forma idiosincratica di Pop Art. Nei decenni successivi, Johnson divenne sempre più impegnato in performance e filosofia Zen, fondendo insieme  la pratica artistica con la vita. Nel 1995 il corpo di Ray Johnson si suicidò, gettandosi da un ponte a Sag Harbor, New York, poi nuotando in mare e annegando. Le circostanze in cui è morto  sono ancora poco chiare. Nel 2002, un documentario sulla vita dell'artista chiamato How to Draw a Bunny,  ci fa capire il suo lavoro di ricerca. Oggi, le sue opere si trovano nelle collezioni della National Gallery of Art di Washington, D.C., del Museum of Modern Art di New York, del Walker Art Center di Minneapolis e del Los Angeles County Museum of Art.  In questi ultimi anni tutto il suo lavoro sperimentale è stato rivalutato dalla critica come anticipatore della Pop Art e persino dell’arte comportamentale americana.      (Sandro  Bongiani).

 

 

SANDRO  BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA

Ray Johnson & Coco Gordon  in “Collaborative collaborations”

Presentazione a cura di Sandro Bongiani  con la collaborazione di Coco Gordon

 

In occasione di AMACI 18a Giornata del Contemporaneo 2022 viene presentata  a Salerno la mostra di “Ray Johnson & Coco Gordon, Collaborative collaborations” con 76 opere originali ancora inedite facenti parte dell’Archivio Coco Gordon di Colorado (USA).

Con questa ultima mostra sono 5 importanti eventi e un progetto internazionale realizzati quest’anno tra aprile e novembre del 2022, dalla Collezione Bongiani Art Museum dedicati all’artista Ray Johnson. La mostra a cura di Sandro Bongiani con la collaborazione dell’artista americana Coco Gordon intende sottolineare la consapevolezza e la capacità di adattamento dei due artisti americani a una collaborazione sostenibile e necessaria per dialogare assieme e riformulare il corso del sistema dell’arte contemporanea. Una collaborazione durata oltre un ventennio di contatti e assidua frequenza, dagli anni 70 fino al 1995, anno della dipartita di Ray Johnson, collaborando attivamente assieme in interessanti scambi creativi che secondo noi era doveroso far conoscere.

Una frequentazione  continua di contatti tra i due artisti sostenuta con incontri giornalieri, telefonate, appuntamenti, invii postali, foto, passeggiate, uscite di gruppo, cene, partecipazione a meeting e relative annotazioni telefoniche da parte di Coco Gordon. Ciò ha permesso a Coco di  conservare e annotare per diverso tempo gran parte del materiale ricevuto  da Ray, con  una interessante documentazione da far conoscere  se  si vuol capire  un po’ meglio il pensiero  e il lavoro di Ray  che stava svolgendo nei diversi anni di lavoro attraverso l’esperienza  innovativa della New York Correspondence Art School.

Esemplare e per certi versi illuminanti sono le numerose annotazioni  nel tempo che fa l’artista Coco Gordon ha fatto, presentati ora a margine di questo evento con una sorta di analisi ben più lucida e rigorosa del lavoro svolto da Ray, scrive:  “non avevo ancora realizzato una raccolta di idee raccogliendo le risposte che ho ricevuto dagli amici del Pre Pop Shop di Ray fino a poco tempo fa, che ora ho fatto per essere condiviso in questo importante evento di Ray Johnson in Italia presso la Galleria Sandro Bongiani Vrspace raccogliendo le caratteristiche e le sfumature personali di Ray Johnson per un ritratto il più possibile fedele, fatto di parole, appunti telefonate, oggetti e pensieri ora finalmente dichiarati.

A distanza di 60 anni dalla nascita della Mail Art (1962) e a 50 anni esatti  (1972) dalla prima  e unica mostra in Italia di Ray Johnson presso la Galleria Schwarz a Milano di Arturo Schwarz, ritorna in Italia un’altro importante evento dell’artista americano  caratterizzato da scambi e relazioni fra individui in una compenetrazione di idee, atteggiamenti e riflessioni, in un processo decisamente fluido e in evoluzione che si rivela appieno esaminando le opere, gli scritti e le azioni performative svolte dall’artista americano. Oggi a distanza di 27 anni dalla morte il suo lavoro sperimentale dagli anni 60’ in poi  è considerato dalla critica ufficiale parte integrante del movimento Fluxus e persino originale anticipatore della Pop Art americana.

Dopo questo altro importante evento verrà fatta la  catalogazione di circa 500 opere presenti nella Collezione Gordon di Colorado (USA) che presto verranno ufficialmente rese visibili anche online, in modo stabile a scopo  divulgativo e di  consultazione presso  la startup web “Sandro Bongiani Arte Contemporanea” di Salerno, https://www.sandrobongianivrspace.it/  per opportuni studi e approfondimenti  sul lavoro innovativo svolto da questo importante artista pre-pop americano.

 

Ray Johnson (1927-1995)

Nato il 16 ottobre 1927 a Detroit, nel Michigan, i suoi primi anni di vita comprendevano lezioni sporadiche al Detroit Art Institute e un'estate alla Ox-Bow School di Saugatuck, nel Michigan. Nel 1945, Johnson lasciò Detroit per frequentare il progressivo Black Mountain College in North Carolina. Durante i suoi tre anni nel programma, ha studiato con un certo numero di artisti, tra cui Josef Albers, Jacob Lawrence, John Cage e Willem de Kooning. Trasferitosi a New York nel 1949, Johnson stringe amicizia tra Robert Rauschenberg e Jasper Johns, sviluppando una forma idiosincratica di Pop Art. Nei decenni successivi, Johnson divenne sempre più impegnato in performance e filosofia Zen, fondendo insieme  la pratica artistica con la vita. Il 13 gennaio 1995 Johnson si suicidò, gettandosi da un ponte a Sag Harbor, New York, poi nuotando in mare e annegando. Nel 2002, un documentario sulla vita dell'artista chiamato How to Draw a Bunny,  ci fa capire il suo lavoro di ricerca. Oggi, le sue opere si trovano nelle collezioni della National Gallery of Art di Washington, D.C., del Museum of Modern Art di New York, del Walker Art Center di Minneapolis e del Los Angeles County Museum of Art.

Si ringrazia l’Archivio Coco Gordon del Colorado (USA),  per aver permesso la realizzazione di questo altro importante evento europeo su Ray Johnson.

 

 

SALERNO

Sandro Bongiani Vrspace

Opening  2 ottobre 2022  h. 18:00

Dal 2 ottobre al 26 novembre 2022

TITOLO: Ray Johnson & Coco Gordon  in “Collaborative  collaborations”

LUOGO: Sandro Bongiani Vrspace

CURATORI:  Sandro  Bongiani e Coco Gordon

INDIRIZZO: Via S. Calenda 105/D

ORARI:  tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00

TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 3937380225

E-MAIL INFO: bongianimuseum@gmail.com

SITO UFFICIALE: https://www.sandrobongianivrspace.it/

Newsletter Sandro Bongiani

© 2023 - Sandro Bongiani VR Space - Tutti i diritti riservati Privacy e Cookie Policy

Tutto il Materiale è protetto da diritto d'autore, tutti i diritti sono riservati, pertanto, per qualsiasi richiesta occorre contattare espressamente l'artista o chi ne fa le veci per avere il permesso esplicito di pubblicazione.