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Sandro Bongiani Arte Contemporanea
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Sandro Bongiani Arte Contemporanea è lieta di inaugurare in contemporanea con la 59. Biennale Internazionale di Venezia 2022 la mostra personale dal titolo: “Ray Johnson, Relazioni marginali sostenibili / One” a cura di Sandro Bongiani e Coco Gordon con opere originali ancora inedite facenti parte della Collezione dell’Archivio Coco Gordon di Colorado (USA..
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Ray Johnson, Relazioni marginali sostenibili / One

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Ray Johnson

30 aprile 2022 - 30 giugno 2022

 

Ray Johnson

“RELAZIONI MARGINALI SOSTENIBILI / One”

Presentazione di Sandro Bongiani con annotazioni di Coco Gordon

In occasione  e in contemporanea  con la 59. Biennale Internazionale di Venezia 2022 viene presentata  a Salerno la grande mostra personale  di Ray Johnson con opere originali ancora inedite facenti parte della Collezione dell’Archivio Coco Gordon di Colorado (USA). Una collaborazione tra Ray Johnson e Coco Gordon durata oltre un ventennio di contatti e assidua frequenza, dagli anni 70 fino al 1995, anno della sua dipartita, collaborando attivamente assieme in interessanti scambi creativi che secondo noi era doveroso far conoscere.

Proprio il 13 gennaio Ray Johnson decise di suicidarsi gettandosi da un ponte a Sag Harbor, New York, per poi annegare. Coco Gordon, amica  fidata di Ray, come lo sono stati Henry Martin, Bill Wilson, Bob Warner, Mark Bloch, ha più volte descritto l’esperienza duratura avuta con Ray, scaturita dai contatti diretti, colloqui,  interviste e da momenti di  vita comune assieme all’artista americano, tra il 14 e il 17 febbraio 1995 decise di descrivere ad un amico chi era veramente Ray, scrivendo: “Caro amico di Ray, sento il bisogno di descrivere chi è/era Ray, come lo conosciamo/lo conoscevamo noi suoi amici intimi. Così ho scritto in queste pagine cose che raramente vedo pubblicate nei tabloid o negli articoli di riviste su Ray Johnson. Nelle ore successive alla morte di Ray, ho avuto molte esperienze illuminanti tra Ray e i suoi amici che lo amavano/lo amavano raccontatemi al telefono. Dal momento che sento che tutti i diversi aspetti di Ray come li conosciamo/conoscevamo hanno lo stesso peso nel dare un suo ritratto come artista, ho deciso di scrivere gentilmente il suo vero ritratto, come lo sentivo e cosa ho veramente vissuto a contatto con Ray, raccontando incidenti e ricordi in modo semplice e diretto come se me lo stesse dicendo. Avrei voluto metterli in una sorta di ordine "passeggiata in prigione"  o "vasca da bagno" oppure, in qualche altro ordine che tu hai sperimentato, Judy Hoffberg,  aveva espresso l’interesse a pubblicarlo nel suo Umbrella Magazine, ma purtroppo  è morta…”. A distanza di 60 anni dalla nascita della Mail Art (1962) e a 50 anni esatti  (1972) dalla prima  e  unica mostra in Italia  di Ray Johnson presso la Galleria Schwarz a Milano di Arturo Schwarz, con una presentazione di Henry Martin, ritorna in Italia un importante evento dell’artista americano con 160 opere originali  tra elaborazioni grafiche, progetti, foto dell’artista, performance  e testi ancora inediti raccolti  nel corso di oltre un ventennio di collaborazioni tra Ray Johnson e Coco Gordon, presenti ora nell’Archivio Coco Gordon di Colorado (USA) e con 24 opere “add to & return” in appendice  di vari periodi di lavoro creati da artisti che avevano partecipato all’esperienza  innovativa della New York Correspondence Art School.

Una indagine su Ray Johnson  ad ampio raggio, considerato dalla critica negli anni 60’ per essere “il più famoso artista sconosciuto di New York” e un pioniere della performance nell'uso della lingua scritta nell'arte visuale.  Una pratica basata sulla contaminazione tra  collage, fotografia, disegno, performance, happening e testo scritto, con il gioco delle parole come per esempio, “SEND” riorganizzato come “ENDS”, oppure, “NO THINGS” diventato “NOTHINGS”, con una sorta di   operazione, in cui “i giochi di parole non sono solo un fatto ludico”, fine a se stesso, ma un’altra diversa possibilità di liberarsi dalle costrizioni e dagli impedimenti e  affidarsi all’invenzione e alla  creatività della parola, avvalorata anche attraverso dall’invio postale.

Nella parola “Nothing” come nel collage di Jeff - scrive Coco Gordon - non c’è la lettera “I”, in cui sotto le dita del piede c’è scritto “Martin Friedman”,  a volte non scrive per tre volte la lettera “I”, oppure aggiunge “No I”  come quello spedito a  Chuck Welch. Nella mia personale esperienza con Ray  il "NO I “' l’aveva scritto in occasione della mia mostra alla CHA SOHO Gallery nel 1982 sull’invito all'opera trap per pianoforte, scrivendo su un piccolo foglietto di carta la parola “noihtng”, opponendola come regalo di compleanno per John Cage con 70 rossi pistacchi sanguinanti in carta sulla parete della Galleria. Forse provava a comunicare  nascostamente  la sua scomparsa con un “i” scrivendo “Noihtng” anche dietro la mia t shirt dicendo di  non perderla perché era molto importante… In questo modo nascosto  annunciava  già sommessamente agli amici la sua prematura scomparsa che poi realmente ha  realizzato  nel 1995 gettandosi in mare da un ponte a Sag Harbor, New York, e che la critica ha valutato come  ultima opera testimoniale e finale di questo importante artista americano.

Diceva Ray: “ho semplicemente dovuto accettare che per una necessità di vita ho scritto molte lettere e dato via molto materiale e informazioni, ed è stata una mia compulsione. E mentre l'ho fatto, è diventato storia. È il mio curriculum, è la mia biografia, è la mia storia, è la mia vita”. I suoi progetti includono prestazioni concettualmente elaborate che si occupavano di relazioni interpersonali e disordini formali, diceva: "sono interessato a cose e cose che si disintegrano o si disgregano, cose che crescono o hanno aggiunte, cose che nascono da cose e processi del modo in cui le cose mi accadono realmente. Secondo  Coco Gordon, “i suoi lavori non sono mai singole  operazione assestanti di mail art, ma nascono da piccole storie, da incontri  con le altre persone, da relazioni e  riflessioni  spontanee capaci di innescare  nuovi apporti e nuove azioni al pensiero creativo” dando così completa autonomia alla comunicazione e rendendo questo nuovo modo di espressione  totalmente libero, al di fuori  di qualsiasi schema imposto e prefissato dal potere culturale e di conseguenza  dal  mercato ufficiale dell’arte.

Spesso viene  associato al gruppo  Fluxus per il carattere  solitamente  minimal-concettuale dei suoi progetti; il gruppo Fluxus è stato un vivace movimento internazionale che  in quel periodo si distinse per una serie di azioni e interventi  a carattere neodadaista. Dobbiamo  segnalare che  Ray Johnson non ha mai fatto parte del  “Fluxus”,  ma ha comunque condiviso le  stesse problematiche e ”l’underground”  prettamente sperimentale con molti artisti di questo raggruppamento. Precursore  e convinto individualista. presenza enigmatica e nel contempo trasgressiva dell’arte contemporanea americana, nel 48, si era trasferito  a New York iniziando una produzione di opere geometriche  aderendo così  al  “Gruppo degli Artisti Astratti Americani”, per poi a metà degli anni '50 dedicarsi al collage, producendo centinaia di piccoli lavori che chiamò  "moticos", quasi una sorta di “Pop Art”  anticipatrice delle ricerche che a distanza di  qualche anno verranno messe in campo  con successo da Leo Castelli con il gruppo  storico americano. Non sappiamo  se era cosciente fino in fondo della portata innovativa e rivoluzionaria  che stava  apportando   all’interno dell’arte  . Oggi, a distanza di diversi anni ci appare uno dei personaggi più  originali e influenti,  e nel contempo, un  grande pioniere solitario dell’arte visuale, influenzando il futuro dell'arte e  divenendo altresì il punto di riferimento per  nuove generazioni di giovani artisti.  

Johnson ha sempre preferito lavorare su piccoli formati, precludendosi  così l’appoggio del grande mercato dell’arte ufficiale,  rifiutando  spesso di esporre o vendere il  proprio lavoro. Del resto,  il mercato dell’arte preferisce le grandi dimensioni e una produzione creata  appositamente per essere “mercificata” in senso commerciale, e quindi, poco interessato a tale situazione. Si direbbe,  una ricerca del tutto “trasversale” rispetto alle proposte svolte in quei periodi da altri autori, che accoglie diversi mezzi espressivi con interventi che di fatto hanno creato attrito come del resto ha fatto, quasi nello stesso periodo, anche Guglielmo Achille Cavellini in Italia utilizzando la scrittura, il comportamento,  la concettualità e persino l'ironia ben sapendo che  questa era l’unica strada possibile da percorrere. Ray, non amava tanto essere chiamato un mail artista, e neanche essere considerato il pioniere della  Mail Art, ma pensava di poter creare un nuovo gruppo  di lavoro “Pre Pop Shop”  tra Black Mountain e Pop Art. Secondo lui l’arte è vita, del resto, anche la parola “Moticos” utilizzata molto spesso deriva dalla parola osmotic, una specifica qualità caratterizzata da una reciproca influenza, uno scambio fra individui, una compenetrazione di idee, atteggiamenti e realtà culturali, insomma, un nuovo modo di pensare in un processo decisamente fluido e in evoluzione che si rivela in modo puntuale esaminando gli scritti e le azioni performative “Zen Nothings” svolte dall’artista americano. Oggi a distanza di 27 anni dalla morte il suo lavoro sperimentale dagli anni 60’ in poi  è considerato dalla critica parte integrante del movimento Fluxus e persino originale anticipatore della Pop Art americana.

Quella di Ray è una ricerca che accoglie persino frammenti di oggetti di vita. Come faceva Kurt Schwitters, Ray è stato “un assiduo raccoglitore di cose trovate e recuperate” per essere rimesse nel circuito della comunicazione e nell’arte  restituendo a loro una nuova vita.  Le associazioni delle cose e i processi in cui accadono realmente erano alla base della comunicazione visiva, una sorta d’indagine intesa come un “work in progress” assolutamente del tutto provvisorio, che non  può avere mai una definitiva conclusione.   

Sandro  Bongiani,  21 aprile 2022

 

 

Esemplare e per certi versi illuminanti sono le numerose annotazioni che fa l’artista Coco Gordon a margine di questa mostra scrivendo di Ray, ciò ci permette di fare  una sorta di analisi ben più precisa del suo lavoro, scrive Coco Gordon:  “non avevo ancora realizzato una raccolta di idee raccogliendo le risposte che ho ricevuto dagli amici del Pre Pop Shop di Ray fino a poco tempo fa, che ora ho fatto per essere condiviso in questo importante evento di Ray Johnson in Italia presso la Galleria Sandro Bongiani Vrspace in occasione e in contemporanea con  la 59. Biennale Internazionale di Venezia 2022, raccogliendo le caratteristiche e le sfumature personali di Ray Johnson per un ritratto il più possibile fedele, fatto di parole, appunti telefonate, oggetti e pensieri ora finalmente dichiarati:

La visione di Ray l'ha chiamata "Pre Pop Shop", le conferenze erano allestimenti, aperture di buste, letture, missive sul posto, ribaltamenti di sedie, i ritratti tradizionali erano ritagli, sagome, contorni dei suoi stessi metodi, l'ombra di una piccola lampadina o la tua mano sul pavimento, tra le scoperte di Ray ci sono la stoffa  magica e la vegetazione pericolosa…

 Ray ha posato la super-cross-connection-bahn a partire dagli anni '40 nello spirito di Einstein, dove l'azione e la reazione sono trapelate per lui, così ha mantenuto aperto il faro e il flusso per le generazioni future…

 I club delle scuole di Ray, le riunioni delle università, sono stati illuminati dai suoi contatti personali che ha incontrato e dai nuovi amici, ha inviato messaggi in bottiglia a cui è stata data una risposta personalmente a livello locale, ha stimolato le sue osservazioni e ricercato gli attributi naturali degli esseri viventi micro e macro, informando tutti i suoi nuovi discepoli,  ogni incontro senza scrupoli è stato offerto loro…

I "Nothings" di Ray erano una supplica zen per ascoltarlo. Gli appuntamenti di Ray con le persone sono diventati Nothings, coil, zen, strike, una passeggiata o un picnic, una festa o un meeting virginia Reel...

Le "passeggiate carcerarie" di Ray si svolgevano religiosamente in luoghi abituali, a volte condivisi a volte segnalati sempre ricordati. il tocco di Ray sulla cultura popolare, TV, zines, fumetti, bar, ristoranti, club, riunioni era inesauribile, Betty Boop, Bunnyheads Buttons -- incontrava la sua non formattazione dei formati di scuole, università e giochi d'arte intuiti e virginia reels, compulsioni, anatomie sporgenti...

Ray era gentile, divertente, innocente, veggente, querulo, mai gratuito, piacevano le feste, i picnic e le letture di poesie, amava e faceva visita ai suoi amici  e i suoi AKA sono incondizionatamente amati per sempre, entrambi amavamo i numeri, le virgole e... i punti, i punti, i punti, i punti, il ripetersi infinito degli eventi della natura, ricominciano, ricominciano, le "passeggiate a remi", le "passeggiate in prigione" di Ray e le bottiglie con appunti all'interno gettate nel porto, venivano svolte religiosamente in luoghi abituali, a volte condivisi e a volte segnalati, spiagge, cigni morti…

Ray ha creato nuovi linguaggi per le vecchie forme, le nuove forme  e per le vecchie lingue, ha usato la sua macchina come palcoscenico,  ha mangiato cibo,  ha cucinato la "ricetta" di John Cage con fagioli borlotti e alghe,  ha animato il mondo fabbricato, ha infilato tutte le nostre lune crescenti nelle sue buste per scuoterle e inviare, ha risposto al "semplificare, semplificare" di Thoreau con "Failure, Failure, Failure", i "gesti di scarto dell'usa e getta" di Ray (Thoreauaway) sono stati fondamentali in tutte le sue esibizioni e le corrispondenze….

Ray viveva localmente, era un bio-regionalista naturale, coltivava nella sua regione spiagge, vita, mare, insetti, alberi, vegetazione, campi, rocce, terra, flora, detriti, tavole, chiodi, vasche da bagno, lumache, baccelli, discariche, poeti, artisti locali, tipografi, operai, riparatori, catalpa, fagioli, spine, serpenti, cigni, ratti, granchi, stronzi…

 Ray conosceva tutti i libri della biblioteca, le biblioteche erano sue complici,  controllava ritualmente l'effetto dei movimenti delle maree, ha infilato tutte le nostre lune crescenti nelle sue buste per scuoterle e inviare, ha dato esempi di emancipazione e democratizzazione, l'ascolto, l'attivazione della recitazione, la detonazione dell'azione giusta, chi più chi fa cosa e tutte le permutazioni…

Ray ha usato solo macchine fotografiche usa e getta di carta, negli ultimi anni ha fotografato allestimenti con oggetti, disegni, teloni del sole, della luna, ha trovato distese srotolate nei cassonetti delle città, su spiagge,  in luoghi specifici e rivisitati,

Ray ha modificato le grandi storie tradizionali di Audubon, arte popolare, Turner, Darwin, Thoreau, Buddha: le grandi tradizioni della natura, del mare, della pittura di ritratti e paesaggi, dell'indagine biologica, delle poesie dei cambiamenti degli ordini mondiali, della conversazione socio-spirituale…

 Ray ha stimolato le sue osservazioni e ricercato gli attributi naturali degli esseri viventi micro e macro, informando tutti i suoi nuovi discepoli, le misurazioni di Ray delle operazioni del mondo naturale si intersecavano con le loro formulazioni in corso, era inventore, cartografo, calamita e talvolta un parassita, come Rose Selavy ha coltivato il suo io erotico, trasmettendo i semi di tutte le zucche nella nostra percezione, per favore aggiungi e invia.

 Ray ha riflettuto, quanto tempo ci vuole per tirare fuori l'intero gomitolo di spago, anni dopo vedo Duchamp contare miglia di fili con cui ha riempito interi spazi aerei…

 Con i cubetti di ghiaccio, il suo “SEND” riorganizzato come “ENDS” scritto con strisce bagnate scure sulla lavagna, "quando si scioglie... nessuno lo saprà mai" era il suo ritornello seducente di tutti i tempi, forse il primo necrologio di Ray Johnson che non può essere cambiato, e intanto…,  Ray Johnson saltò sui sassi e scivolò (sì, era umano)...

(Ho compilato - scrive Coco - un ritratto più intimo di Ray prodotto da amici, da tutti voi che avete toccato e toccato da Ray esperienze/storie/finestre/ brillanti/ impressioni oltre a quelle popolari apparse sui media).

La visione di Ray l'ha chiamata "Pre Pop Shop", le conferenze erano allestimenti, aperture di buste, letture, missive sul posto, ribaltamenti di sedie, i ritratti tradizionali erano ritagli, sagome, contorni dei suoi stessi metodi, l'ombra di una piccola lampadina o la tua mano sul pavimento, tra le scoperte di Ray ci sono la stoffa  magica e la vegetazione pericolosa…

Ray ha posato la super-cross-connection-bahn a partire dagli anni '40 nello spirito di Einstein, dove l'azione e la reazione sono trapelate per lui, così ha mantenuto aperto il faro e il flusso per le generazioni future…

I club delle scuole di Ray, le riunioni delle università, sono stati illuminati dai suoi contatti personali che ha incontrato e dai nuovi amici, ha inviato messaggi in bottiglia a cui è stata data una risposta personalmente a livello locale, ha stimolato le sue osservazioni e ricercato gli attributi naturali degli esseri viventi micro e macro, informando tutti i suoi nuovi discepoli,  ogni incontro senza scrupoli è stato offerto loro…

 I "Nothings" di Ray erano una supplica zen per ascoltarlo. Gli appuntamenti di Ray con le persone sono diventati Nothings, coil, zen, strike, una passeggiata o un picnic, una festa o un meeting virginia Reel...

 Le "passeggiate carcerarie" di Ray si svolgevano religiosamente in luoghi abituali, a volte condivisi a volte segnalati sempre ricordati. il tocco di Ray sulla cultura popolare, TV, zines, fumetti, bar, ristoranti, club, riunioni era inesauribile, Betty Boop, Bunnyheads Buttons -- incontrava la sua non formattazione dei formati di scuole, università e giochi d'arte intuiti e virginia reels, compulsioni, anatomie sporgenti...

Ray era gentile, divertente, innocente, veggente, querulo, mai gratuito, piacevano le feste, i picnic e le letture di poesie, amava e faceva visita ai suoi amici  e i suoi AKA sono incondizionatamente amati per sempre, entrambi amavamo i numeri, le virgole e... i punti, i punti, i punti, i punti, il ripetersi infinito degli eventi della natura, ricominciano, ricominciano, le "passeggiate a remi", le "passeggiate in prigione" di Ray e le bottiglie con appunti all'interno gettate nel porto, venivano svolte religiosamente in luoghi abituali, a volte condivisi e a volte segnalati, spiagge, cigni morti…

Ray ha creato nuovi linguaggi per le vecchie forme, le nuove forme  e per le vecchie lingue, ha usato la sua macchina come palcoscenico,  ha mangiato cibo,  ha cucinato la "ricetta" di John Cage con fagioli borlotti e alghe,  ha animato il mondo fabbricato, ha infilato tutte le nostre lune crescenti nelle sue buste per scuoterle e inviare, ha risposto al "semplificare, semplificare" di Thoreau con "Failure, Failure, Failure", i "gesti di scarto dell'usa e getta" di Ray (Thoreauaway) sono stati fondamentali in tutte le sue esibizioni e le corrispondenze….

Ray viveva localmente, era un bio-regionalista naturale, coltivava nella sua regione spiagge, vita, mare, insetti, alberi, vegetazione, campi, rocce, terra, flora, detriti, tavole, chiodi, vasche da bagno, lumache, baccelli, discariche, poeti, artisti locali, tipografi, operai, riparatori, catalpa, fagioli, spine, serpenti, cigni, ratti, granchi, stronzi…

 Ray conosceva tutti i libri della biblioteca, le biblioteche erano sue complici,  controllava ritualmente l'effetto dei movimenti delle maree, ha infilato tutte le nostre lune crescenti nelle sue buste per scuoterle e inviare, ha dato esempi di emancipazione e democratizzazione, l'ascolto, l'attivazione della recitazione, la detonazione dell'azione giusta, chi più chi fa cosa e tutte le permutazioni…

 Ray ha usato solo macchine fotografiche usa e getta di carta, negli ultimi anni ha fotografato allestimenti con oggetti, disegni, teloni del sole, della luna, ha trovato distese srotolate nei cassonetti delle città, su spiagge,  in luoghi specifici e rivisitati,

 Ray ha modificato le grandi storie tradizionali di Audubon, arte popolare, Turner, Darwin, Thoreau, Buddha: le grandi tradizioni della natura, del mare, della pittura di ritratti e paesaggi, dell'indagine biologica, delle poesie dei cambiamenti degli ordini mondiali, della conversazione socio-spirituale…

 Ray ha stimolato le sue osservazioni e ricercato gli attributi naturali degli esseri viventi micro e macro, informando tutti i suoi nuovi discepoli, le misurazioni di Ray delle operazioni del mondo naturale si intersecavano con le loro formulazioni in corso, era inventore, cartografo, calamita e talvolta un parassita, come Rose Selavy ha coltivato il suo io erotico, trasmettendo i semi di tutte le zucche nella nostra percezione, per favore aggiungi e invia.

Ray ha riflettuto, quanto tempo ci vuole per tirare fuori l'intero gomitolo di spago, anni dopo vedo Duchamp contare miglia di fili con cui ha riempito interi spazi aerei…

 Con i cubetti di ghiaccio, il suo “SEND” riorganizzato come “ENDS” scritto con strisce bagnate scure sulla lavagna, "quando si scioglie... nessuno lo saprà mai" era il suo ritornello seducente di tutti i tempi, forse il primo necrologio di Ray Johnson che non può essere cambiato, e intanto…,  Ray Johnson saltò sui sassi e scivolò (sì, era umano)...

 

 

 Breve biografia di Ray Johnson (1927-1995)

Nato il 16 ottobre 1927 a Detroit, nel Michigan, i suoi primi anni di vita comprendevano lezioni sporadiche al Detroit Art Institute e un'estate alla Ox-Bow School di Saugatuck, nel Michigan. Nel 1945, Johnson lasciò Detroit per frequentare il progressivo Black Mountain College in North Carolina. Durante i suoi tre anni nel programma, ha studiato con un certo numero di artisti, tra cui Josef Albers, Jacob Lawrence, John Cage e Willem de Kooning. Trasferitosi a New York nel 1949, Johnson stringe amicizia tra Robert Rauschenberg e Jasper Johns, sviluppando una forma idiosincratica di Pop Art. Nei decenni successivi, Johnson divenne sempre più impegnato in performance e filosofia Zen, fondendo assieme  la pratica artistica con la vita. Il 13 gennaio 1995 Johnson si suicidò, gettandosi da un ponte a Sag Harbor, New York, poi nuotando in mare e annegando. Nel 2002, un documentario sulla vita dell'artista chiamato How to Draw a Bunny,  ci fa capire il suo lavoro di ricerca. Oggi, le sue opere si trovano nelle collezioni della National Gallery of Art di Washington, D.C., del Museum of Modern Art di New York, del Walker Art Center di Minneapolis e del Los Angeles County Museum of Art

Si ringrazia l’Archivio Coco Gordon del Colorado (USA),  per aver permesso la realizzazione di questo importante evento europeo su Ray Johnson e si comunica che dopo questo importante evento verrà fatta la  catalogazione di circa 500 opere presenti nella Collezione Gordon di Colorado (USA) che presto verranno ufficialmente rese visibili anche online, in modo stabile a scopo  divulgativo e di  consultazione presso  la startup web “Sandro Bongiani Arte Contemporanea” di Salerno, https://www.sandrobongianivrspace.it/  per opportuni studi e approfondimenti  sul lavoro innovativo svolto da questo importante artista pre-pop  americano.

 

 

BIOGRAFIA di RAY  JOHNSON 

Ray Johnson, è stato un personaggio chiave nel movimento della Pop Art. Primariamente un collagista, è stato anche un precoce performer e un artista concettuale. Definito Il più famoso artista sconosciuto di New York, è considerato uno dei padri fondatori della Mail Art e un pioniere dell'uso della lingua scritta nell'arte visuale. In scena negli anni ' 60, il suo lavoro e il modo in cui che ha deciso di distribuirlo (tramite il servizio postale) ha influenzato il futuro dell'arte.

Nato il 16 ottobre 1927 a Detroit, nel Michigan, Johnson ha frequentato il Black Mountain College sperimentale con Robert Rauschenberg e Cy Twombly. Ray Johnson era un artista americano noto per la sua pratica innovativa di Correspondence Art. Una pratica basata su collage, il suo lavoro combina fotografia, disegno, performance e testo su distanze geografiche, attraverso la spedizione della posta. I progetti di Johnson includevano prestazioni concettualmente elaborate che si occupavano di relazioni interpersonali e disordini psichici. "sono interessato a cose e cose che si disintegrano o si disgregano, cose che crescono o hanno aggiunte, cose che nascono da cose e processi del modo in cui le cose mi accadono realmente", ha detto l'artista. I suoi primi anni di vita comprendevano lezioni sporadiche al Detroit Art Institute e un'estate alla Ox-Bow School di Saugatuck, nel Michigan. Nel 1945, Johnson lasciò Detroit per frequentare il progressivo Black Mountain College in North Carolina. Durante i suoi tre anni nel programma, ha studiato con un certo numero di artisti, tra cui Josef Albers, Jacob Lawrence, John Cage e Willem de Kooning. nel 1948, trascorse un po’ di tempo creando arte astratta e poi approdando al Dada con suoi collage che incorporano frammenti di fumetti, pubblicità e figure di celebrità. Johnson spesso rifiutava  di partecipare a  mostre in  galleria e ha  preferito creare  una rete di corrispondenti di mailing e un nuovo modo di fare arte. Questo metodo di diffusione dell’arte divenne noto come la corrispondenza School di New York e ampliato per includere eventi improvvisati e cene. Trasferitosi a New York nel 1949, Johnson stringe amicizia tra Robert Rauschenberg e Jasper Johns, sviluppando una forma idiosincratica di Pop Art. Nei decenni successivi, Johnson divenne sempre più impegnato in performance e filosofia Zen, fondendo insieme  la pratica artistica con la vita. Nel 1995 Ray Johnson si suicidò, gettandosi da un ponte a Sag Harbor, New York, poi nuotando in mare e annegando. Le circostanze in cui è morto  sono ancora poco chiare. Nel 2002, un documentario sulla vita dell'artista chiamato How to Draw a Bunny,  ci fa capire il suo lavoro di ricerca. Oggi, le sue opere si trovano nelle collezioni della National Gallery of Art di Washington, D.C., del Museum of Modern Art di New York, del Walker Art Center di Minneapolis e del Los Angeles County Museum of Art.  In questi ultimi anni tutto il suo lavoro sperimentale è stato rivalutato dalla critica come anticipatore della Pop Art e persino dell’arte comportamentale americana.      (Sandro  Bongiani).

 

 

Grande mostra personale di Ray Johnson (1927-1995).

 SANDRO  BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA

Sandro Bongiani Arte Contemporanea è lieta di inaugurare in contemporanea con la 59.  Biennale Internazionale di Venezia 2022 la mostra personale  dal titolo: “Ray Johnson, Relazioni marginali sostenibili / One” a cura di Sandro Bongiani con opere originali ancora inedite facenti parte della Collezione dell’Archivio Coco Gordon di Colorado (USA). Una collaborazione tra Ray Johnson e Coco Gordon durata oltre un ventennio di contatti e assidue frequenze, dagli anni 70 fino al 1995, anno della sua dipartita, collaborando attivamente assieme in interessanti scambi creativi che secondo noi era doveroso far conoscere.  

A distanza di 60 anni dalla nascita della Mail Art (1962) e a 50 anni esatti  (1972) dalla prima  e forse unica mostra in Italia e in Europa di Ray Johnson presso la Galleria Schwarz a Milano di Arturo Schwarz, con una presentazione di Henry Martin, ritorna in Italia un importante evento dell’artista americano con 160 opere originali  tra elaborazioni grafiche, progetti, foto dell’artista, performance  e testi ancora inediti raccolti  nel corso di oltre un ventennio di collaborazioni  tra Ray Johnson e Coco Gordon, presenti ora nell’Archivio Coco Gordon di Colorado (USA) e con 24 opere “add to & return” in appendice  di vari periodi di lavoro creati da artisti che avevano partecipato all’esperienza  innovativa della New York Correspondence Art School.

Una indagine su Ray Johnson  ad ampio raggio, considerato dalla critica negli anni 60’ per essere “il più famoso artista sconosciuto di New York e un pioniere della performance e dell'uso della lingua scritta nell'arte visuale.  Una pratica basata sulla contaminazione tra  collage, fotografia, disegno, performance e testo scritto avvalorato attraverso l’invio postale. Diceva “ho semplicemente dovuto accettare che per una necessità di vita ho scritto molte lettere e dato via molto materiale e informazioni, ed è stata una mia compulsione. E mentre l'ho fatto, è diventato storia. È il mio curriculum, è la mia biografia, è la mia storia, è la mia vita”. I suoi progetti includono prestazioni concettualmente elaborate che si occupavano di relazioni interpersonali e disordini formali. Secondo   Coco Gordon, “i suoi lavori non sono mai singole  operazione assestanti di mail art, ma nascono da piccole storie, da incontri  con le altre persone, da relazioni e  riflessioni  spontanee capaci di innescare  nuovi apporti e nuove azioni al pensero creativo”.

Ray,  non amava tanto essere chiamato un mail artista, ma pensava di poter creare un nuovo gruppo  di lavoro “Pre Pop Shop”  tra Black Mountain e Pop Art. Secondo lui l’arte è vita, del resto, anche la parola “Moticos” utilizzata molto spesso deriva dalla parola osmotic, una specifica qualità caratterizzata da una reciproca influenza, uno scambio fra individui, una compenetrazione di idee, atteggiamenti e realtà culturali, insomma, un nuovo modo di pensare in un processo decisamente fluido e in evoluzione che si rivela in modo puntuale esaminando gli scritti e le azioni performative “Zen Nothings” svolte dall’artista americano. Oggi a distanza di 27 anni dalla morte il suo lavoro sperimentale dagli anni 60’ in poi  è considerato dalla critica parte integrante del movimento Fluxus e persino originale anticipatore della Pop Art americana.

Dopo questo importante evento verrà fatta la  catalogazione circa 500 opere presenti nella Collezione Gordon di Colorado (USA) che presto verranno ufficialmente rese visibili anche online, in modo stabile a scopo  divulgativo e di  consultazione presso  la startup web “Sandro Bongiani Arte Contemporanea” di Salerno, https://www.sandrobongianivrspace.it/  per opportuni studi e approfondimenti  sul lavoro innovativo svolto da questo importante artista pre-pop  americano.

 

 Breve biografia di Ray Johnson (1927-1995)

 Nato il 16 ottobre 1927 a Detroit, nel Michigan, i suoi primi anni di vita comprendevano lezioni sporadiche al Detroit Art Institute e un'estate alla Ox-Bow School di Saugatuck, nel Michigan. Nel 1945, Johnson lasciò Detroit per frequentare il progressivo Black Mountain College in North Carolina. Durante i suoi tre anni nel programma, ha studiato con un certo numero di artisti, tra cui Josef Albers, Jacob Lawrence, John Cage e Willem de Kooning. Trasferitosi a New York nel 1949, Johnson stringe amicizia tra Robert Rauschenberg e Jasper Johns, sviluppando una forma idiosincratica di Pop Art. Nei decenni successivi, Johnson divenne sempre più impegnato in performance e filosofia Zen, fondendo insieme  la pratica artistica con la vita. Il 13 gennaio 1995 Johnson si suicidò, gettandosi da un ponte a Sag Harbor, New York, poi nuotando in mare e annegando. Nel 2002, un documentario sulla vita dell'artista chiamato How to Draw a Bunny,  ci fa capire il suo lavoro di ricerca. Oggi, le sue opere si trovano nelle collezioni della National Gallery of Art di Washington, D.C., del Museum of Modern Art di New York, del Walker Art Center di Minneapolis e del Los Angeles County Museum of Art.

Si ringrazia l’Archivio Coco Gordon del Colorado (USA),  per aver permesso la realizzazione di questo importante evento europeo su Ray Johnson.

 

SANDRO BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA

Opening  30 aprile 2022  h. 18:00

Dal 30 aprile 2022 al 30 giugno 2022

SALERNO - Italy

TITOLO: “Ray Johnson, relazioni marginali sostenibili One”

LUOGO: Sandro Bongiani Vrspace

INDIRIZZO: Via S. Calenda 105/D

ORARI:  tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00

CURATORI:  Coco Gordon e Sandro  Bongiani

TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 3937380225

E-MAIL INFO: bongianimuseum@gmail.com

SITO UFFICIALE: https://www.sandrobongianivrspace.it/

 

 

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