Giovanni Leto

Biografia di Giovanni Leto

Giovanni Leto, nasce a Monreale, in provincia di Palermo, nel 1946. Attualmente vive a Bagheria.  Studia Decorazione Pittorica all’Istituto Statale d’Arte di Palermo. Nel 1964, conseguito il diploma di Maestro d’Arte, lascia la Sicilia per frequentare l’Accademia di Brera. Sfortunatamente, problemi economici limitano la sua permanenza a Milano ad un breve periodo che gli consente tuttavia di frequentare il corso di pittura tenuto da Domenico Cantatore e le lezioni di storia dell’arte condotte da Guido Ballo. Rientrato in Sicilia prosegue i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Palermo e porta avanti le sue ricerche tra il figurativo e l’informale. Sono anni ancora di formazione quando nel capoluogo siciliano, inaugura, nel 1966, la sua prima personale di incisioni presso la libreria Einaudi. Consegue il diploma d’Accademia nel 1968. Il clima è quello delle manifestazioni studentesche e Leto vi prende parte trascurando la sua passione per la pittura. In questo periodo si mantiene eseguendo su commissione opere figurative facilmente vendibili e lavori di restauro d’antichi dipinti.

Gli anni Settanta sono connotati da un alternarsi di vicende personali ed artistiche che s’influenzano le une con le altre. Nel 1972 inizia la sua carriera di insegnante d’Arte nella Scuola secondaria di primo grado e dopo una breve parentesi figurativa, riprende le ricerche precedentemente interrotte, che lo avevano portato all’uso di materiali poveri e grezzi e realizza opere come Terre del fantastico e Tracce. Nel 1976 sposa Eva Bosco e si trasferisce a Bagheria, dove incontra il poeta futurista Giacomo Giardina e dove frequenta assiduamente il poeta Ignazio Buttitta.

 Inizia il decennio successivo creando Memorie al presente e Come segni di un diario, opere in linea con le sperimentazioni iniziate durante gli anni Sessanta, che delineano l’interesse di Leto per il collage. Nel 1984, la sua produzione, sempre più caratterizzata dall’inserimento di materiali au delà de la peintura all’interno del “campo” pittorico, è tesa a definire una nuova spazialità. Realizza le opere della serie L’eros del tatto ed espone queste creazioni presso la Galleria Ezio Pagano di Bagheria L’84 è anche l’anno di Elementi in Superficie, Cornici dipinte e fasciate e Corda, opere significative per gli sviluppi della sua ricerca spaziale.

Il 1985 è l’anno in cui Leto realizza i suoi primi Orizzonti. Sono creazioni costituite prevalentemente di pagine di giornale tattilmente attorcigliate e incollate sul piano dell’opera a formare serrate stratificazioni orizzontali, in cui l’istanza di una nuova spazialità, presente da sempre nella sua ricerca, approda ad una svolta decisiva, tutta improntata di fisicità e carnalità. Espone queste opere alla X Expo-Arte di Bari, presentate in catalogo da Giuseppe Frazzetto e s’impone all’attenzione della critica nel più vasto panorama dell’arte italiana. Giorgio Di Genova, Enrico Crispolti, Filiberto Menna, Pier Restany, Francesco Vincitorio, Lia De venere, sono tra i primi ad apprezzarne il lavoro. Marcello Venturoli, lo segnala in Flash Art tra “I dodici artisti più interessanti della Decima Expo”.Dopo Bari inizia per Leto un periodo ricco di incontri, mostre, riconoscimenti e frequenti viaggi. Nel 1986 il Museo Guttuso di Bagheria acquisisce nella collezione permanente la grande opera Orizzonte delta. Tra le mostre più significative di questo periodo: sono: nel 1988, la partecipazione alla Biennale del Sud, tenutasi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, curata da Michele Bonuomo, Vitaliano Corbi, Giorgio Di Genova, Gillo Dorfles, Filiberto Menna, Pierre Restany e Lea Vergine; nello stesso anno  l’antologica, Geologia dell’Altrove, alla Civica Galleria d’Arte Contemporanea, curata da Giorgio Di Genova; la partecipazione all’International Festival of Art 1988, Padiglione Italia, in compagnia degli artisti Giovanni Barucchello, Nado Canuti, Novello Finotti, Sergio Floriani, Giovanni Soccol e Walter Valentini. Nel 1989, espone con Tomaso Binga, Vitaldo Conte, Silvio Guardì e William Xerra, nella mostra Sottosuolo del linguaggio, curata da Filiberto Menna alla Galleria Ezio Pagano di Bagheria.
In questi anni ricca è anche la sua produzione. Realizza la serie dei Pozzi, Triangoli, Rombi, Cerchi, opere i cui formati rimettono ulteriormente in discussione l’idea di pittura intesa come “finestra ritagliata sul mondo”. Nel 1990 soggiorna a Carrara dove, per conto della Galleria Atelier – Arti Visive, esegue la serie di opere, poi ordinate nella personale del 1996, “Il tempo cartificato”, curata da Guglielmo Gigliotti. Ancora nel 1990, all’Arte Fiera di Bologna, Giovanni Leto si lega anche alla Galleria Barbierato-Arte Contemporanea di Asiago che ne promuove il lavoro in ambito nazionale e internazionale. A Roma si incontra con Palma Bucarelli che nutre interesse per il suo lavoro In questo periodo, accanto a nuovi Orizzonti, Mari e Deserti di carta e accanto a creazioni più pittoriche come Racconti Aniconici e Contrappunto, realizza anche una nutrita serie di opere oggettuali ed installative. Tra queste la serie de Il corpo a corpo con lo spazio della pittura reificata del 1992 e le installazioni di Povera e leggera del 1994, a Petraia Soprana. Numerosi in questo decennio sono anche le esposizioni in Italia ed all’estero: la personale a Bologna, allo studio Cavalieri; la personale a Torino, alla Free Art; la personale a Carrara, all’Atelier-Arti Visive; la personale ad Asiago, da Barbierato Arte Contemporanea, la personale alla “G”, Galleria a Helsingborg (Svezia); la rassegna La Sicilia è un arcipelago, a Roma, all’Acquario Romano e successivamente al Citizens Columbus Foundation di New York e al Palazzo Reale dei Normanni a Palermo; la partecipazione al Solentuna Fair a Stoccolma; la collettiva all’Intrepid Sea-Air-Space Museum di New York; la Rassegna Multimediale, all’Università degli Studi a Sidney; l’esposizione alla 6° Montenapoleone a Milano.

Lungo questi anni si occupano del suo lavoro con saggi e testimonianze critiche, oltre ai nomi precedentemente citati, Vittoria Coen, Sausen Faisal el-Samir, Paola Nicita, Toti Carpentieri, Angelo Dragone, Monica Mantelli. Enrico Crispolti, Luciano Carame, Lucio Barbera.

Nel 1995, è presente nella mostra collettiva ”Un segno per il Sarno, organizzata da Ernesto Terlizzi e presentata in catalogo da Enrico Crispolti e Fulco Pratesi. 
Nell 1999, figura nella classifica “I migliori 100 artisti italiani degli ultimi quarant’anni”, pubblicata dalla rivista Flash Art, n. 215 di aprile 1999, in compagnia di Piero Manzoni, Pino Pascali, Alighiero Boetti, Luigi Ontani, Jannis Kounellis, Maurizio Cattelan ed altri artisti di rilievo internazionale. Nello stesso anno, entra a far parte del GAD (Gruppo Aniconismo Dialettico) fondato a Roma, nel 1977 da Giorgio Di Genova e con gli artisti del gruppo espone alla Palazzina Azzurra a San Benedetto del Tronto, al Palazzo Ducale di Revere (MN) e al Museo Michetti a Francavilla al Mare.
Nel 2001 è nell’elenco degli artisti “Il Meglio del 2000”, pubblicato nel Giornale dell’Arte n. 195, gennaio 2001, insieme a, per citare alcuni degli artisti, Jeff Koons, Fausto Melotti, Ed Templeton, Luciano Fabro, Marisa Merz, Odd Nerdrum.

Nel 2004, il Comune di Bagheria gli dedica un’ampia antologica al Museo Renato Guttuso –Villa Cattolica, presentata in catalogo da Enrico Crispolti ed Anna D’Elia.
Nel 2005, con Carla Accardi, Renato Guttuso, Antonietta Raphael Mafai, Mario Schifano, Pippo Rizzo e il fotografo Ferinando Scianna, espone a Parigi nella mostra L’Echange- 3° Salone Internazionale di Arti Plastiche e Figurative. Nel 2009, ancora in Francia, è nella mostra “Parva Naturalia anotation en marge d’Aristote”, curata da Antonina Greco negli spazi della Bibliothèque de Caen. Nel 2010 è nella rassegna “Genius Loci “, alla Galerie Miejsce/der ort, a Berlino.

In questo periodo Leto, accanto ad una serie di libri d’artista, realizza una serie di opere che si sviluppano nello spazio calpestabile. Tra queste: Yoni e Lingam, del 1994, attualmente nella Collezione del Museum- Ezio Pagano “Made in Italy” del 2011, esposta alla Biennale di Venezia – Iniziativa speciale Lo stato dell’Arte e “Ritratto di ignoto”, presentata al Premio Internazionale IV edizione   Limen arte a Vibo Valentia. Nel 2016 tiene la Personale Racconti di carte presso la galleria Adalberto Catanzaro a Bagheria, curata da Valentino Catricalà ed in quella occasione il Museo Riso –Polo Museale Regionale di Palermo, acquisisce due sue opere nella collezione. Nello stesso anno tiene la personale Giovanni Leto-Orizzonte in orizzonte 1985 / 2016, curata da Lorenzo Bruni, alle Fabbriche Chiaramontane ad Agrigento.

Nel 2018 partecipa a BIAS - Biennale Internazionale  Contemporanea Sacra, curata da Chiara Donà Dalle Rose al Museo Riso di Palermo e alla Fondazione Orestiadi  Ludovico Corrao a Gibellina.   

Nel 2019 il Museo Riso di Palermo promuove la personale Giovanni Leto - Ritratto di Ignoto, curata da Franco Lo Piparo, negli spazi espositivi della Cappella dell’Incoronata.

Nello stesso anno, insieme  Renata Boero, Felice Levini, Hidetoshi Nagasawa,  Luca Maria Patella, ed altri artisti di rilievo, è nella rassegna itinerante Ponte di conversazione con Paolo Aita, tenutasi a Roma  al Museo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese.

 Nel 2020 L’Accademia di Belle Arti di Palermo inserisce due sue opere nella Collezione di Libri d’Artista, documentate nel Catalogo “Artist’ Books – nuove opere in collezione, 2020”, catalogo che contiene oltre alla presentazine di Umberto de Paola, i contributi teorici di Marco Giovenale, Francesco Aprile e Giovanna Filippello. Nello stesso anno è presente con una sua opera nella mostra Novecento - da Pirandello a Guccione, curata da Vittorio Sgarbi al Convitto delle Arti a Noto (Siracusa).   Attualmente l’artista, insieme a nuove opere ambientali, installazioni ed opere segniche, viene coniugando la carta a nuovi materiali.

Sue opere figurano:

al Museo Renato Guttuso- Villa Cattolica a Bagheria (PA;  nella Pinacoteca d’Arte Contemporanea di Sulmona (AQ); al Museo Bargellini a Pieve di Cento (BO); alla Fondazione Orestiadi - Ludovico Corrao a Gibellina (TP) al Museo Bilotti di Roma; al Museo Riso- Polo Museale Regionale di Palermo; al Museum - Ezio Pagano a Bagheria , al Museo d’Arte Contemporanea di Rende; al Museo Epicentro a Barcellona Pozzo Di Gotta (Ms), al Museo Limen Arte di Vibo Valenza, nella Collezione di Libri d’Artista all’Accademia di Belle arti di Palermo.